Imbottigliamento n° 3 – aprile 2004
Il profilo della grappa moderna
Abbiamo chiesto a Franco Rovero di descriverci l’evoluzione del gusto dei consumatori e di come, e fino a quale punto, l’azienda abbia deciso di conformarsi ad essa. «Sicuramente vi è stata una modifica pronunciata del profilo sensoriale della grappa, ora meno grezza, a causa di diversi fattori quali una rinnovata attenzione al prodotto e una maggiore sensibilizzazione del consumatore. L’evoluzione della tecnica ha inoltre consentito l’esaltazione delle caratteristiche qualitative di una vinaccia correttamente conservata e, quindi, protetta da ossidazioni/fermentazioni indesiderate. Un distillato raffinato e specifico è il risultato di un processo delicato, realizzato alle giuste temperature».
La definizione di queste ultime e l’introduzione di migliorie all’impianto tradizionale ora in uso hanno permesso la “cattura” delle note distintive e caratteristiche di ogni vitigno, consentendo all’azienda di specializzarsi nella produzione di grappe monovitigno.
Con successo, considerando le vendite. «I consumatori – continua Rovero – apprezzano la nostra vasta offerta di grappe monovitigno. Per questo abbiamo deciso di produrre un solo distillato assemblato, la cui composizione di partenza varia di anno in anno in termini sia quantitativi sia qualitativi. Si tratta di una scelta voluta, intrapresa per evitare la standardizzazione del prodotto e compresa da un mercato incline ad apprezzare una sorpresa che si rinnova di anno in anno». Ma qual è il profilo del consumatore tipo? Secondo Rovero, “i consumatori possono essere divisi in due categorie: la prima comprende gli appassionati, gli “amatori”, la seconda è costituita da coloro che, avvicinandosi solo sal-
tuariamente al mondo della grappa, sono inclini a un consumo che esula dall’interpretazione del prodotto. Questi ultimi prediligono le grappe aromatiche, come quella, per esempio ottenuta da vinaccia di Moscato, perché sono abbastanza semplici e immediate mentre il prodotto secco, connotato da maggiore personalità, è apprezzato dagli appassionati, coloro che cercano nella grappa qualcosa da scoprire, degustandola». Anche per Rovero, il mercato italiano appare lontano dalla saturazione, soprattutto nelle regioni centrali e meridionali. «Pur non avendo alcuna tradizione di distillazione della grappa, e quindi di consumo, tali aree possiedono una notevole potenzialità. Infatti la scarsa famigliarità nei confronti della grappa dovrebbe agevolare l’educazione di questi nuovi bevitori a un consumo moderato e ragionato». Anche gli sbocchi sul mercato estero confermano i dati rilevati a livello nazionale: Svizzera, Germania e, in misura minore, Giappone sono le destinazioni principali delle esportazioni dell’azienda astigiana.